giovedì 26 agosto 2021

DI' CHE TI MANDA GIACOMO


 

Ha debuttato domenica, giorno del suo ventitreesimo compleanno, in Serie A. Nato e cresciuto a Portonovo di Medicina, ha respirato l’aria della Bassa nei luoghi dove maturò Bulgarelli

 

di Marco Tarozzi

BOLOGNA

Ci sono cose che l’anagrafe dice. Per esempio, che Youssef Maleh, giovane talento della Fiorentina che domenica ha debuttato in Serie A nel giorno del ventitreesimo compleanno, è nato a Castel San Pietro, proprio come Otello Badiali, che esordì nella massima serie nel 1945 con l’Andrea Doria e poi giocò con le maglie di Fiorentina e Spal. E ci sono cose che l’anagrafe non dice. Per esempio che Youssef è nato a Castello in anni in cui la maternità dalle sue parti, per intenderci all’ospedale di Medicina, non era in funzione; e che in realtà il paese dove il ragazzo è nato, cresciuto ed ha vissuto fino a un paio di anni fa si chiama Portonovo. Già, Portonovo di Medicina: esattamente il luogo in cui nacque, il 24 ottobre 1940, un certo Giacomo Bulgarelli.

ARIA DI CASA. Giacomo abitava con la famiglia in una casa sulla piazzetta del paese, e il suo paese non l’aveva mai dimenticato, neppure quando ormai era Bulgarelli per tutta l’Italia del pallone: tornava ogni volta che poteva tra la sua gente, a fare partite interminabili con la truppa di “O la va o la spacca”. Perché negli anni Quaranta a Portonovo funzionava così: c’era la prima squadra e quella dei più piccoli, dei più gracili come era lui da ragazzo, e le avevano dato quel nome lì. Tanto per capire che bisognava provarci comunque.

LE ORME DEL FRATELLO. Youssef dalla finestra del suo condominio vedeva il campo sportivo, proprio quello tirato su con il sostegno di Giacomo e dei suoi amici. E iniziò a frequentarlo seguendo Hassan, il fratello più grande di sei anni, che lo accoglieva in squadra anche se lui e i compagni erano tanto più grandi, e che oggi ricorda quei giorni.
“Era un piccolo leader tra i bambini di sette, otto anni. Poi io sono andato nelle giovanili del Medicina, e poco dopo è arrivato anche lui. Aveva dodici anni quando arrivarono a visionarlo quelli del Cesena, e di lì a poco lo portarono nel loro settore giovanile. Da lì è iniziato il suo percorso, quello che lo ha portato a Ravenna, a Venezia e oggi alla Fiorentina, in Serie A”.

RICORDANDO GIACOMO. Hassan, ventinove anni compiuti a giugno, lavora in un’officina meccanica di Sesto Imolese, dove ha giocato per tre stagioni dopo aver militato nel Medicina Fossatone. Oggi veste i colori dell’Osteria Grande, in Promozione. Centrocampista come il fratello, anche se ultimamente si sposta spesso in attacco. La famiglia è in Italia dal 1989, lui rispetto a Youssef è nato a Medicina, quando ancora la maternità funzionava. Mondo piccolo, una manciata di chilometri, linee rette d’asfalto tirate nella Bassa. Campi di periferia su cui allenarsi di sera, dopo il lavoro. E Portonovo come centro di gravità permanente. Un posto dove il ricordo di Bulgarelli è ancora vivo. “Noi andavamo a giocare senza sapere bene di questo concittadino illustre, eravamo ragazzini, accompagnati in auto da papà che è stato un buon calciatore dilettante in Marocco. Crescendo, abbiamo preso coscienza della storia di Giacomo, sappiamo cosa è stato per il Bologna e per il calcio italiano. E’ buffo pensare che a Portonovo ci sono 370 abitanti, e almeno due ragazzi che andavano a giocare a pallone sull’erba del paese sono arrivati in Serie A. E’ una bella percentuale, a pensarci…”

PRIMI MAESTRI. Negli anni Cinquanta, a Portonovo il punto di riferimento per i ragazzi che amavano il pallone era don Dante Barbanti. Anche Giacomo iniziò grazie a lui, e dopo aver messo su qualche chilo e un po’ di muscoli prese la strada di Bologna. Anche per studiare al San Luigi, da cui tornava d’estate “per mangiare la pancetta arrotolata con le uova, come si è sempre usato qui”.
Anche Youssef ha avuto uno scopritore, lo stesso di suo fratello Hassan. E’ stato Filippo Galletti, insegnante di educazione fisica e tecnico che seguiva i Giovanissimi del Medicina, a convincerli a spostarsi di qualche chilometro per affrontare il cammino del settore giovanile in una società più strutturata. Ed è stato anche il primo a credere nel talento del ragazzo, che lo scorso anno a Venezia, in  Serie B, è esploso in tutta la sua brillantezza.

TESTA SULLE SPALLE. Ora le possibilità di Maleh sono chiare a tutti. Più che mai a Vincenzo Italiano, che domenica scorsa lo ha schierato titolare contro la Roma, regalandogli un debutto in Serie A da attore protagonista all’Olimpico. Ne è uscita una sconfitta, ma resterà comunque un giorno da ricordare.
“I miei genitori sono in Marocco per un periodo di ferie”, racconta Hassan, “così abbiamo visto l’esordio di Youssef da luoghi e televisioni diverse. Sono certo che mio fratello sia molto felice di essere approdato nel massimo campionato, anche se lui non è tipo da esternare la gioia, non dà mai troppo a vedere le sue emozioni. Lo sa anche lui che è un primo passo, e che per costruirsi una carriera importante ci sarà ancora tanto da lavorare”.
Intanto, però, un ragazzo di Portonovo di Medicina ha giocato da titolare una partita di Serie A. Era successo qualcosa di simile sessantadue anni e quattro mesi fa, esattamente il 19 aprile 1959: il ragazzo di allora si chiamava Giacomo Bulgarelli, e sappiamo che cammino ha fatto dopo. Ora tocca a Youssef Maleh incamminarsi,  e lassù c’è un illustre concittadino, che non per caso è anche un illustre calciatore, che ha tutte le intenzioni di proteggerlo.

Più Stadio, 25 giugno 2021