Ha
debuttato domenica, giorno del suo ventitreesimo compleanno, in Serie A. Nato e
cresciuto a Portonovo di Medicina, ha respirato l’aria della Bassa nei luoghi
dove maturò Bulgarelli
di Marco Tarozzi
BOLOGNA
Ci sono cose che l’anagrafe dice. Per esempio, che
Youssef Maleh, giovane talento della Fiorentina che domenica ha debuttato in
Serie A nel giorno del ventitreesimo compleanno, è nato a Castel San Pietro,
proprio come Otello Badiali, che esordì nella massima serie nel 1945 con
l’Andrea Doria e poi giocò con le maglie di Fiorentina e Spal. E ci sono cose
che l’anagrafe non dice. Per esempio che Youssef è nato a Castello in anni in
cui la maternità dalle sue parti, per intenderci all’ospedale di Medicina, non
era in funzione; e che in realtà il paese dove il ragazzo è nato, cresciuto ed
ha vissuto fino a un paio di anni fa si chiama Portonovo. Già, Portonovo di
Medicina: esattamente il luogo in cui nacque, il 24 ottobre 1940, un certo
Giacomo Bulgarelli.
ARIA
DI CASA. Giacomo abitava con la famiglia in una casa sulla
piazzetta del paese, e il suo paese non l’aveva mai dimenticato, neppure quando
ormai era Bulgarelli per tutta l’Italia del pallone: tornava ogni volta che
poteva tra la sua gente, a fare partite interminabili con la truppa di “O la va o la spacca”. Perché negli anni
Quaranta a Portonovo funzionava così: c’era la prima squadra e quella dei più
piccoli, dei più gracili come era lui da ragazzo, e le avevano dato quel nome
lì. Tanto per capire che bisognava provarci comunque.
LE
ORME DEL FRATELLO. Youssef dalla finestra del suo condominio
vedeva il campo sportivo, proprio quello tirato su con il sostegno di Giacomo e
dei suoi amici. E iniziò a frequentarlo seguendo Hassan, il fratello più grande
di sei anni, che lo accoglieva in squadra anche se lui e i compagni erano tanto
più grandi, e che oggi ricorda quei giorni.
“Era un piccolo leader tra i bambini di
sette, otto anni. Poi io sono andato nelle giovanili del Medicina, e poco dopo
è arrivato anche lui. Aveva dodici anni quando arrivarono a visionarlo quelli
del Cesena, e di lì a poco lo portarono nel loro settore giovanile. Da lì è
iniziato il suo percorso, quello che lo ha portato a Ravenna, a Venezia e oggi
alla Fiorentina, in Serie A”.
RICORDANDO
GIACOMO. Hassan, ventinove anni compiuti a giugno, lavora in
un’officina meccanica di Sesto Imolese, dove ha giocato per tre stagioni dopo
aver militato nel Medicina Fossatone. Oggi veste i colori dell’Osteria Grande,
in Promozione. Centrocampista come il fratello, anche se ultimamente si sposta
spesso in attacco. La famiglia è in Italia dal 1989, lui rispetto a Youssef è
nato a Medicina, quando ancora la maternità funzionava. Mondo piccolo, una
manciata di chilometri, linee rette d’asfalto tirate nella Bassa. Campi di
periferia su cui allenarsi di sera, dopo il lavoro. E Portonovo come centro di
gravità permanente. Un posto dove il ricordo di Bulgarelli è ancora vivo. “Noi andavamo a giocare senza sapere bene
di questo concittadino illustre, eravamo ragazzini, accompagnati in auto da
papà che è stato un buon calciatore dilettante in Marocco. Crescendo, abbiamo
preso coscienza della storia di Giacomo, sappiamo cosa è stato per il Bologna e
per il calcio italiano. E’ buffo pensare che a Portonovo ci sono 370 abitanti,
e almeno due ragazzi che andavano a giocare a pallone sull’erba del paese sono
arrivati in Serie A. E’ una bella percentuale, a pensarci…”
PRIMI
MAESTRI. Negli anni Cinquanta, a Portonovo il punto di
riferimento per i ragazzi che amavano il pallone era don Dante Barbanti. Anche
Giacomo iniziò grazie a lui, e dopo aver messo su qualche chilo e un po’ di
muscoli prese la strada di Bologna. Anche per studiare al San Luigi, da cui
tornava d’estate “per mangiare la
pancetta arrotolata con le uova, come si è sempre usato qui”.
Anche Youssef ha avuto uno scopritore, lo stesso di suo fratello Hassan. E’
stato Filippo Galletti, insegnante di educazione fisica e tecnico che seguiva i
Giovanissimi del Medicina, a convincerli a spostarsi di qualche chilometro per
affrontare il cammino del settore giovanile in una società più strutturata. Ed
è stato anche il primo a credere nel talento del ragazzo, che lo scorso anno a
Venezia, in Serie B, è esploso in tutta
la sua brillantezza.
TESTA
SULLE SPALLE. Ora le possibilità di Maleh sono chiare a
tutti. Più che mai a Vincenzo Italiano, che domenica scorsa lo ha schierato
titolare contro la Roma, regalandogli un debutto in Serie A da attore
protagonista all’Olimpico. Ne è uscita una sconfitta, ma resterà comunque un
giorno da ricordare.
“I miei genitori sono in Marocco per un
periodo di ferie”, racconta Hassan, “così
abbiamo visto l’esordio di Youssef da luoghi e televisioni diverse. Sono certo che
mio fratello sia molto felice di essere approdato nel massimo campionato, anche
se lui non è tipo da esternare la gioia, non dà mai troppo a vedere le sue
emozioni. Lo sa anche lui che è un primo passo, e che per costruirsi una
carriera importante ci sarà ancora tanto da lavorare”.
Intanto, però, un ragazzo di Portonovo di Medicina ha giocato da titolare una
partita di Serie A. Era successo qualcosa di simile sessantadue anni e quattro
mesi fa, esattamente il 19 aprile 1959: il ragazzo di allora si chiamava
Giacomo Bulgarelli, e sappiamo che cammino ha fatto dopo. Ora tocca a Youssef
Maleh incamminarsi, e lassù c’è un
illustre concittadino, che non per caso è anche un illustre calciatore, che ha
tutte le intenzioni di proteggerlo.
Più Stadio, 25 giugno 2021