domenica 4 dicembre 2011

ALINO, UN TACCO PER SOCRATES


di Marco Tarozzi

Quasi un omaggio al Dottore del calcio. Nel giorno in cui gli dei del pallone si sono ripresi indietro quel genio di Socrates, Alino Diamanti ha in qualche modo onorato la memoria del campione brasiliano inventandosi quel colpo di tacco, spalle alla porta, che ha lanciato Marco Di Vaio verso il gol. Se siete realisti, parlate pure di coincidenza. Ma se vi piace ancora sognare, soprattutto su una piazza che ultimamente i sogni li regala col contagocce, cullatevi nell’idea che ci sia un disegno, un filo impercettibile che lega quelli coi piedi così, inventori di un calcio che sarà anche passato di moda, ma continua a incantare.
Il ritorno di Alino da titolare ha acceso il Bologna. Lui sapeva che questa era la sfida da non sbagliare, dopo le ultime vicissitudini: la certezza del posto d’estate, i malanni fisici e l’esplosione di Ramirez a cambiare lo scenario. Ecco, Diamanti ha interpretato la partita perfetta proprio mentre Gastoncito si perdeva nel labirinto dei suoi pensieri. Qualcuno dirà: segno che non possono convivere. Sarà, ma fossimo in Pioli insisteremmo. Diamanti e Ramirez a supportare l’unica punta, coperti da un Mudi migliore di quello visto ieri e da un Perez ancora non visto quest’anno, ma che esiste e lo sappiamo: sulla carta il cerchio può quadrare, sul campo serve lavorarci ed è normale.
Cose da annotare in una domenica finalmente serena al Dall’Ara: lo show di Alino, appunto, ma anche la verve del capitano, ritrovata non a caso quando può spaziare solitario dentro l’area. E la buona guardia di Gillet, che ha salvato tre punti preziosi che rilanciano il Bologna prima di due sfide da brividi, Juve in Coppa e Milan domenica al Dall’Ara. Bisognava vincerla, missione compiuta. Potremmo aggiungere che abbiamo agguantato l’Inter. Ma lasciamo stare, non è questa la nostra corsa.

L'Informazione di Bologna, 5 dicembre 2011

(foto di Roberto Villani)

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