di Marco Tarozzi
“Il filo della memoria, quando si spezza, va sempre riannodato”. L’idea che ha mosso la curiosità e la ricerca di due amici è diventato
una parola d’ordine che ispira il loro progetto, intriso di amore per i colori
del Bologna, per la sua storia e i suoi personaggi, i suoi trionfi e i suoi
campioni.
Loro sono Stefano “Dallo” Dalloli, agente di commercio, da quasi vent’anni membro del direttivo del Centro Bologna Clubs, di cui è attualmente vicepresidente, e Cristian Ventura, ingegnere edile, che al Dall’Ara ha cominciato a mettere piede nel 1982, ad appena sette anni. Insieme hanno ideato, progettato e trasformato in realtà il “Percorso della Memoria Rossoblù”, che ha iniziato sei anni fa a raccontare la storia del club attraverso un affascinante viaggio in un luogo apparentemente insolito, il cimitero monumentale della città, per i bolognesi semplicemente la Certosa. Che ognuno abitualmente attraversa di fretta, soffermandosi il tempo necessario per aprire lo scrigno delle proprie memorie, per portare un saluto ai propri defunti. Che invece Dalloli e Ventura hanno proposto in una veste diversa, come custode di una storia che appartiene alla città ed è tutt’uno con essa, e che da sempre entusiasma i tifosi che hanno nel cuore l’epopea rossoblù.
Loro sono Stefano “Dallo” Dalloli, agente di commercio, da quasi vent’anni membro del direttivo del Centro Bologna Clubs, di cui è attualmente vicepresidente, e Cristian Ventura, ingegnere edile, che al Dall’Ara ha cominciato a mettere piede nel 1982, ad appena sette anni. Insieme hanno ideato, progettato e trasformato in realtà il “Percorso della Memoria Rossoblù”, che ha iniziato sei anni fa a raccontare la storia del club attraverso un affascinante viaggio in un luogo apparentemente insolito, il cimitero monumentale della città, per i bolognesi semplicemente la Certosa. Che ognuno abitualmente attraversa di fretta, soffermandosi il tempo necessario per aprire lo scrigno delle proprie memorie, per portare un saluto ai propri defunti. Che invece Dalloli e Ventura hanno proposto in una veste diversa, come custode di una storia che appartiene alla città ed è tutt’uno con essa, e che da sempre entusiasma i tifosi che hanno nel cuore l’epopea rossoblù.
UN VIAGGIO TRA I RICORDI – In Certosa trovano riposo
eterno tanti grandi personaggi che hanno scritto la storia del Bologna. Dal
presidentissimo Renato Dall’Ara ad Angelo Schiavio, da Giacomo Bulgarelli al
primo capitano Arrigo Gradi, l’uomo che propose i colori della passione. E
ancora Biavati, Sansone, Muzzioli, Genovesi, i fratelli Della Valle e i
fratelli Badini, Baldi, Guido e Cesare Alberti, solo per citarne alcuni. Nell’estate del 2013, Dalloli e Ventura, con
la preziosa collaborazione del Museo Civico del Risorgimento, ed in particolare
di Roberto Martorelli che ha svolto
le ricerche negli archivi del CimItero monumentale, hanno approfondito la loro
idea. Il risultato è finito sotto gli occhi dei primi spettatori che hanno
avuto la possibilità di fruirne nell’estate del 2013, quando (per la prima
volta in Italia) all’interno della Certosa è stata allestita una
rappresentazione itinerante, dall’anima teatrale, una sorta di “viaggio”
commemorativo tra i sepolcri dei tanti illustri rossoblù che vi riposano.
CHE SPETTACOLO - “La storia di una squadra di calcio si intreccia profondamente con la
storia di una città: il Bologna F.C. 1909 e Bologna in un'unica narrazione”,
spiegano i due ideatori quando devono raccontare il loro progetto. Approfondendo
quella che Pier Paolo Pasolini,
grande tifoso rossoblù, definiva “l’ultima
rappresentazione sacra del nostro tempo”, la partita di calcio che affida
ai tifosi il ruolo di testimoni, di oracoli che tramandano gesta e passione nel
tempo.
Quel giorno, il 7 giugno 2013, nell’anniversario dello spareggio dell’Olimpico che consegnò al Bologna il suo settimo e ultimo scudetto nel ’64, oltre cento persone (numero chiuso vista l’eccezionalità dello scenario) assistettero ad una vera e propria rappresentazione, con l’attore Orfeo Orlando calato nel ruolo di Virgilio, alcuni tra i più noti giornalisti sportivi bolognesi a raccontare i grandi del Bologna proprio nei luoghi in cui sono sepolti, un mix di immagini, vecchie foto e filmati d’epoca, file audio evocativi, come la telecronaca della partita dello spareggio. Un pubblico commosso, che si è mosso all’interno della Certosa facendo tappa davanti alle tombe di Dall’Ara, Genovesi, Muzzioli, Schiavio, ascoltando le letture degli oratori tra giochi di luce e musiche d’ambiente. Vera e propria opera teatrale replicata nel settembre dello stesso anno, e poi più volte negli anni a seguire.
Quel giorno, il 7 giugno 2013, nell’anniversario dello spareggio dell’Olimpico che consegnò al Bologna il suo settimo e ultimo scudetto nel ’64, oltre cento persone (numero chiuso vista l’eccezionalità dello scenario) assistettero ad una vera e propria rappresentazione, con l’attore Orfeo Orlando calato nel ruolo di Virgilio, alcuni tra i più noti giornalisti sportivi bolognesi a raccontare i grandi del Bologna proprio nei luoghi in cui sono sepolti, un mix di immagini, vecchie foto e filmati d’epoca, file audio evocativi, come la telecronaca della partita dello spareggio. Un pubblico commosso, che si è mosso all’interno della Certosa facendo tappa davanti alle tombe di Dall’Ara, Genovesi, Muzzioli, Schiavio, ascoltando le letture degli oratori tra giochi di luce e musiche d’ambiente. Vera e propria opera teatrale replicata nel settembre dello stesso anno, e poi più volte negli anni a seguire.
UNA STORIA
DA WEB – Da qualche giorno, il “Percorso
della Memoria rossoblù” è sbarcato anche sul web. Dalloli e Ventura hanno
fatto le cose con passione e criterio. Il sito www.percorsodellamemoriarossoblu.it è un baule pieno di ricordi,
aneddoti, storie su cui non dovrebbe mai posarsi la polvere del tempo, che
grazie a iniziative come questa può essere rimossa per sempre. Ci sono le
storie degli uomini che hanno fatto grande il Bologna, con i contributi scritti
di Carlo Felice Chiesa e le immagini
raccolte da Lamberto Bertozzi, e con
gli audio a cura di Federico Galloni,
che questi racconti li propone in dialetto bolognese. Insomma ,ci sono tutte le
indicazioni per affrontare un viaggio dentro uno dei grandi monumenti della
città, che ne racchiude la storia. Da soli, prendendosi quel tempo che a volte
non si riesce a trovare, o attraverso visite guidate diurne, che saranno
organizzate con la collaborazione dell’associazione “Amici della Certosa”. Saranno apposte targhette munite di QR Code
nelle adiacenze delle sepolture per permettere di collegarsi con tablet o
smartphone e “allargare i confini della conoscenza”. Tornerà, naturalmente,
quello spettacolo serale così originale, nato per rendere omaggio ai campioni
del passato, ma necessario per costruire un legame con il futuro, fatto di
passione e senso di appartenenza. E tornerà più ricco, più affascinante e più
vario. Per non smettere di riannodare il filo della memoria.