… Il Cagliari è pronto per riempire d’orgoglio
un’intera, immensa isola. Gigi Riva è il profeta. Gira in mezzo al campo usando
il piede destro praticamente per puntellarsi, ma il sinistro è un dono divino.
Quando parte in progressione, lanciato da Domenghini o Cera, non c’è terzino
che possa arginarlo. Segna 21 reti in quella stagione, il 1969-70, una più
dell’anno prima. La squadra gira a meraviglia, ma nei rari momenti di
appannamento lui c’è sempre.
“Andavamo
in giro per gli stadi d’Italia e ci chiamavano pastori o banditi. E noi
vincevamo per i sardi”.
Parole di Gigi Riva. “Ci chiamavano”, dice. Ormai non vuol più scappare dall’isola.
Ormai quella è la sua terra. I suoi amici migliori non fanno parte di nessun
sistema, non hanno incarichi di prestigio nella società. Sono pescatori,
marinai, uomini comuni. E lui, così unico, è uno di loro…
(da “Celocelomanca”, di Franz Campi e Marco
Tarozzi – nella foto, il murales di Mamblo, alias Paolo Mazzucco, a San Gavino
Monreale)
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