lunedì 13 dicembre 2010

Quella sfiducia pesantissima



di Marco Tarozzi

Gli incantesimi, prima o poi, si spezzano. È la regola: chiuso il libro delle favole, si torna a fare i conti con la realtà. Tre schiaffoni del Milan e il Bologna si risveglia dentro una sfida già scritta: Ibra e compagni l’hanno impacchettata senza problemi e se la sono portata via. Tra gli applausi del popolo rossoblù a Di Vaio e compagni, perché nessuno poteva chiedere un supplemento di sogni, stavolta.
La testa, del resto, è altrove. Mica quella dei giocatori, o almeno non solo quella. Lo sanno tutti che la partita che conta davvero si gioca oggi. O meglio, da oggi. Perché qui da troppo tempo ogni mattina sembra quella decisiva, e ogni sera rimanda alla mattina successiva. Sarebbe anche un bell’esercizio per tenere in tensione l’ambiente, non fosse che il tempo è quasi scaduto e che c’è di mezzo la pelle del Bologna.
E insomma, oggi: arriverà la proposta della cordata assemblata da Consorte, ci saranno pressioni perché venga convocato il Cda della ricapitalizzazione e della svolta annunciata nel nome di Zanetti. Ma arriverà anche, a quanto pare, l’arrocco di Porcedda, che si è messo in testa di risolverla personalmente, questa faccenda. Di raddrizzare la barca dopo averla fatta incagliare contro gli scogli. Dopo tante promesse, si può solo aspettare: poche ore e sapremo se davvero ci sarà un colpo di coda. E se Porcedda ha fatto bene i suoi conti: nel calcolo, deve mettere anche una squadra che ha votato una mozione di sfiducia per voce del suo uomo più rappresentativo. Che non accetta più promesse e non tollera più errori.

L'Informazione di Bologna, 13 dicembre 2010

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