domenica 19 dicembre 2010

Sabatini: il blitz e la rinuncia


di Marco Tarozzi

L’ultimo blitz. Perché il tempo è tiranno e perché, evidentemente, qualcosa non ha convinto Claudio Sabatini, che consigliato dai suoi consulenti ha deciso di non portare l’affondo decisivo, quello che avrebbe ribaltato ancora una volta (e definitivamente) lo stato delle prove. Però ci ha provato, Sabatini, eccome se ci ha provato a comprare il Bologna. Ieri, a mezzogiorno e tre quarti, è partito in treno per Roma e dalla capitale ha preso il volo per Cagliari, dove Sergio Porcedda era ad attenderlo. Il presidente rossoblù lo ha accolto come chi sa di avere ormai poche vie d’uscita rispetto alla soluzione-Consorte. Perché è inutile girarci intorno, questo è il quadro: di vendere il Bologna alla newco messa in piedi da Intermedia, Porcedda non ha (o non avrebbe) nessuna intenzione. Lo farà, giunti a questo punto, ma obtorto collo. Sempre che non abbia altre strade aperte, nel qual caso cercherà di allungare i tempi fino al limite massimo. L’impressione è che di conigli nel cilindro non ce ne siano più: ieri a Porcedda ne sono sfuggiti due, belli grossi. Ha visto dissolversi l’ipotesi Mian e ha passato un pomeriggio di vane ricerche d’intesa con Sabatini.
La seconda era la strada meno dissestata, perché Sabatini ci credeva davvero, e lo dimostra il blitz in Sardegna, dal quale pensava di poter tornare con in mano una notizia clamorosa. Con in mano il Bologna, per capirci. Invece, alle nove e mezza di sera il patron della Virtus era in aeroporto, in attesa di imbarcarsi per il volo di ritorno, con una sola parola sulla punta delle labbra: «Niente».
Niente, l’affare non si è fatto e la sensazione è che questa volta Sabatini non tornerà all’attacco. Ha profuso energie, si è speso. Se era a Cagliari, aveva certamente anche le spalle abbastanza coperte per tentare l’assalto finale. Casale era, ed è, con lui in questa partita. E a quanto si sa, la cordata aveva aggiunto pezzi preziosi per la causa. Qualcosa si è inceppato durante la maratona con Porcedda. «I miei consulenti mi hanno sconsigliato», si è limitato a commentare Sabatini.
Prima a gettare la spugna era stato Maurizio Mian. Che a parole ha ribadito la propria estraneità ai fatti: «A Bologna se ne dicono tante, la situazione è confusa. Ma per il bene di tutti, e della società, occorre serietà. Io non c’entro. Una lettera d’intenti lunedì? Lo smentisco, non sono nemmeno vicino. A me Bologna piace, lì ho amici che mi chiamano, mi tengono informato e a me interessa capire quel che succede. Ma mi sembra che Consorte sia una persona capace. Sì, è vero, mercoledì scorso ero a Roma, qualcuno lo ha saputo e ha collegato, ma ero lì per questioni mie, non per il Bologna. Fidatevi: lunedì non ci sarà nessuna offerta. Anzi, io dico che lunedì, forse anche prima, il Bologna avrà già un nuovo proprietario. E sarà la scelta migliore».
Al di là delle dichiarazioni, pare ci fosse già un appuntamento in sede notarile, al quale Mian non si sarebbe presentato. La sua proposta, a cui Porcedda avrebbe fatto fronte con immobili, era di tre tranche da dieci milioni. Ma senza liquidità immediata. Come non detto.
A margine torna a muoversi il Barclays Fund, e ci sarebbe un ritorno di interesse del gruppo Tommy Hilfiger, presentato dall’ex tennista Gianni Ocleppo, oggi imprenditore. Ma è contorno: senza Sabatini, è fuga della cordata Consorte-Zanetti. La più vicina al traguardo.

L'Informazione di Bologna, 19 dicembre 2010

(foto di Andrea Pesci)

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