domenica 21 giugno 2020

VERSO BOLOGNA-JUVE - LA PRIMA VOLTA ALLO STERLINO





Il 6 novembre 1921, la prima sfida in campionato. Con un rigore negato dall’arbitro che fece infuriare i tifosi rossoblù

di Marco Tarozzi

Vi siete mai chiesti perché il Bologna, fondato alla birreria Ronzani il 3 ottobre 1909, e la Juventus, nata dodici anni prima, il primo giorno di novembre del 1897, dalle chiacchiere di un gruppo di ragazzi del liceo classico D’Azeglio spese su una panchina di corso Umberto a Torino, si siano incontrate per la prima volta alla fine del 1921? Presto detto: perché il “girone unico” non era ancora nella testa di chi il calcio lo doveva organizzare (sarebbe arrivato solo a partire dalla stagione 1929-30) e le due squadre iniziavano sempre la stagione in gironi eliminatori diversi, e per anni non arrivarono mai a giocarsi insieme i momenti topici del torneo.
I bianconeri avevano vinto lo scudetto nel 1905, prima che a Bologna i primi fanatici del pallone trovassero sfogo ai Prati di Caprara, poi erano spesso rimasti invischiati in stagioni non esaltanti, perché i grandi protagonisti erano altri.

VITE PARALLELE – I rossoblù affrontavano solitamente il girone veneto emiliano, i bianconeri quello piemontese e in una occasione (1913-14) erano finiti in quello lombardo. Nel 1914-15, solo la Juve approdò alle semifinali nazionali. Poi, la guerra portò al Paese problemi più gravi da affrontare.
Nel 1919-20, campionato della rinascita, entrambe le squadre passarono il girone di qualificazione del Torneo Maggiore, quello delle squadre del Nord, ma nelle semifinali nazionali andò avanti soltanto la Juve nel proprio girone. I bianconeri arrivarono alle finali nazionali con Inter e Genoa, finirono alle spalle dei nerazzurri che poi andarono a vincere la sfida per lo scudetto contro la vincitrice del Torneo Centro-Meridionale, il Livorno.
Nella stagione successiva le parti si invertirono: fu il Bologna a continuare la sua corsa, superando il girone eliminatorio emiliano, mentre la Juve si arenava in quello piemontese. I rossoblù sarebbero arrivati alla finale di Lega Nord, battuti dalla Pro Vercelli in una interminabile battaglia “ad oltranza” aperta da una rete di Cesare Alberti, finita 2-1 per i piemontesi dopo 128 infiniti minuti. Poi, la Pro Vercelli avrebbe vinto il suo sesto scudetto nella finalissima col Pisa. Era il 17 luglio 1921, si giocava a Livorno: il Bologna avrebbe dovuto aspettare poco meno di quattro mesi per incontrare, finalmente, quelli della Juve.

Il Bologna 1921-1922




LA PRIMA SFIDA – Campo dello Sterlino, intitolato alla memoria del grande Emilio Badini. E’ il 6 novembre 1921, sesta giornata del campionato dello “scisma”, quello che ha visto nascere la CCI, Confederazione Calcistica Italiana, su un progetto di Vittorio Pozzo e per volere dei grandi club, preoccupati dall’inclusione di troppe società minori nel campionato. Questa volta, Bologna e Juventus sono finite nello stesso girone, e finalmente possono affrontarsi. E’ il Bologna che Hermann Felsner, arrivato in città l’anno prima, sta pazientemente costruendo, e che arriverà ai vertici in un pugno di anni, mentre la Juventus sta marciando spedita verso uno dei momenti cruciali della sua storia: due anni dopo, nel 1923, diventerà proprietà della famiglia Agnelli, e conquisterà in fretta i vertici del calcio.
La tribuna-gioiello dello Sterlino strabocca di tifosi, c’è il pubblico delle grandi occasioni. La partita è un faccia a faccia senza timori reverenziali, almeno fino al 24’, quando Gaetano Gallo, ala arrivata un anno prima dal Carignano, approfitta di una incomprensione tra i terzini rossoblù Sacchi e Rossi e di una uscita un po’ avventata del numero uno Gianese, portando in vantaggio la Juve. Da lì in poi è un arrembaggio dei padroni di casa, che nel primo tempo non porta a nulla, ma al settimo della ripresa rimette la partita in equilibrio grazie alla rete di Cesare Alberti, bomber appena diciassettenne, talento assoluto che avrà un futuro travagliato e una vita breve e tragica ad attenderlo.

PRIME POLEMICHE – Tutto bene? Per gli annali del calcio, sì. La prima sfida finisce in parità, 1-1. Non restano scritte nero su bianco le turbolenze, gli animi agitati dei tifosi del Bologna. Nel corso del primo tempo, infatti, l’arbitro Mombelli di Casale Monferrato (cittadina ricca di gloria calcistica, a un centinaio di chilometri da Torino, a voler pensar male) non vede un fallo di mano di un difensore ospite in area. Il giorno dopo, quasi tutti i giornali scriveranno che era rigore, poche voci contrarie diranno che l’azione era dubbia. Di fatto, sugli spalti si rumoreggia, c’è anche un tentativo di invasione di campo sedato dai dirigenti rossoblù, e le testimonianze dell’epoca, ormai sbiadite, raccontano di un arrivederci frettoloso nel dopopartita da parte del direttore di gara.

Il campo dello Sterlino dedicato ad Angelo Badini




E’ NATA UNA “CLASSICA” – Insomma, partenza con scintille già dal debutto. Nella partita di ritorno, giocata al campo di corso Sebastopoli a Torino il 30 aprile 1922, stesso risultato: 1-1 con padroni di casa in vantaggio grazie a Cesare Sereno e Geppe Della Valle a rimettere tutto in equilibrio dopo un’ora di gioco.
Da lì in avanti, la sfida tra Bologna e Juventus sarebbe diventata un appuntamento di vertice: dalla stagione 1924-25, in diciassette stagioni le due società avrebbero portato a casa dodici scudetti. Proprio del 1925 è il primo timbro tricolore della storia rossoblù, seguito l’anno dopo da quello bianconero. Ancora Bologna nel 1928-29, poi la serie dei cinque titoli consecutivi juventini, fino alla stagione 1934-35, seguita da un’altra doppietta rossoblù. E a Bologna sarebbero finiti ancora gli scudetti del ’39 e del ’41, prima della seconda guerra mondiale. Intanto, la squadra aveva traslocato, portando le sue storie di gloria e vittoria in un teatro monumentale, il Littoriale. Senza più dimenticare quella prima volta allo Sterlino, il campo in discesa di fronte a Villa Hercolani, appena sotto la collina.

Più Stadio, 17 giugno 2020

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