mercoledì 10 novembre 2010

Vale-Ducati, è iniziata un'era


di Marco Tarozzi

Martedì 9 novembre, ore 12.23. Segnateveli, sono numeri che cambiano la storia. Di un campione e di una leggenda. Il primo si chiama Valentino Rossi, la seconda Ducati. Insieme, finalmente, e quando forse nessuno se l’aspettava più, dopo diversi abboccamenti e altrettanti rifiuti. Questa volta è tutto vero: a Valencia, nei test che seguono tradizionalmente la chiusura del Mondiale MotoGP, va in scena il capolavoro di Filippo Preziosi. Perché è l’ingegnere, “papà” del progetto Desmosedici, l’artefice del matrimonio tutto italiano destinato a rivoluzionare, in un modo o nell’altro, il Motomondiale. Il senso dell’evento lo dà soprattutto la decisione della Dorna, che per la prima volta in assoluto ha permesso alle tv che detengono i diritti del mondiale di trasmettere la giornata dei test. Fenomenologia del Dottore.
AVANTI PIANO - «Vai tranquillo», gli aveva detto Preziosi. E Vale gli ha dato retta. A dirla tutta, il ritardo è stato generalizzato, perché la pioggia del mattino ha fatto slittare i tempi previsti. A mezzogiorno e un quarto Valentino si presenta ai box: tuta giallo-nera, casco giallo col tema del sole-luna e un bel punto interrogativo al centro. Come dire: cosa mi aspetterà? Un’idea il Dottore ce l’ha, perché la Ducati di oggi non parte da dietro come la Yamaha di sette anni fa. La Desmo V4 è nero cromata, e fa la sua figura anche così. Primo giro in 1:56, di studio, appena sopra l’1:37 al settimo giro. Alla fine il migliore sarà il trentunesimo, in 1:33:888.
EQUILIBRIO CERCASI - Lorenzo, il campione nuovo di zecca, è sempre un secondo e mezzo o due avanti. Ci sta. Le Yamaha hanno l’equilibrio migliore, sono appena uscite da una stagione vincente (e infatti il neoufficiale Spies, non certo una sorpresa, chiude col terzo miglior tempo). Ma Stoner, secondo alla fine, sulla Honda è già velocissimo, e probabilmente renderà la vita difficile a Dani Pedrosa, che già soffriva Dovizioso. Ma queste non sono questioni che riguardano il Dottore. Lui fa l’apprendista, di lusso. Cerca di capire, e di trasmettere quello che ha capito agli ingegneri e ai tecnici della Ducati. Pochi sanno farlo meglio di lui. Probabilmente nessuno. Davanti ci sono molte decisioni da prendere, una su tutte: Vale dovrà scegliere tra i due motori che ha a disposizione, il big bang e lo screamer. Sul secondo ha percorso soltanto cinque giri, sui 56 della sua prima giornata da ducatista. Da cui è uscito con le prime certezze. Per ora non può raccontarle, per contratto, ma è un fatto che da ieri ha ufficialmente voltato pagina.

L'Informazione di Bologna, 10 novembre 2010

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