giovedì 4 novembre 2010

Capirex, ritorno al futuro


di Marco Tarozzi

C’era rimasto male, e lo disse chiaro e tondo, lui che non ama far polemiche ma quando ha qualcosa da dire trova sempre parole e bersaglio. Era il 2008, Loris Capirossi festeggiava il primato di presenze sui circuiti del Motomondiale e si toglieva qualche sassolino dalla scarpa. «Questo mondo è cambiato. Oggi sei un numero, se non ti reputano più all’altezza ti mettono alla porta. Senza un grazie». E a chi gli chiedeva se Ducati in qualche modo c’entrasse nell’elaborazione del Capirex-pensiero, rispondeva con chiarezza. «Ho le spalle larghe, ma certo non ho ricevuto un bel trattamento. Quella moto io l’ho vista nascere, crescere, l’ho portata alla vittoria. Anche nel 2007, con uno Stoner in stato di grazia».
Sono passati più di due anni e il vecchio campione di Borgo Rivola è sempre lì. A progettare il futuro. Come quando, ragazzino, vinceva il suo primo titolo iridato, con la Honda nella 125, e stabiliva un record che resta ancora oggi imbattuto: campione del mondo a 17 anni, cinque mesi e tredici giorni. Da allora, Capirex ha visto cambiare anche i giovani. «A quell’età giravo con mio padre, che guidava un furgone telonato dove dormivo prima delle gare. Oggi hanno già tutti il motorhome...»
Niente nostalgia, comunque. Futuro, appunto. Che gli regala anche un tuffo nel passato, quando si dice il destino. Dopo tre anni in Suzuki, l’ultimo dei quali tutto da dimenticare, Capirossi ritrova la Ducati. Non sarà quella ufficiale: su quella correrà Valentino Rossi, il re che cerca di risalire sul trono, probabilmente l’unico amico vero che gli è rimasto in quei paddock sempre più freddi, in quanto a rapporti umani. Lui avrà una moto da team satellite, e per giunta nemmeno rossa. Biancoverde, invece: ovvero con i colori ufficiali del Pramac Racing Team di Paolo Campinoti. Una certezza in quanto a qualità tecnica e capacità di rendere efficiente un mezzo che non avrà, già all’uscita dagli stabilimenti di Borgo Panigale, differenze esagerate rispetto ai bolidi della casa madre. Un passo avanti certo, rispetto alla Suzuki Rizla dell’ultima annata. E un’emozione forte, anche per uno che sta per affrontare la ventitreesima stagione nel grande circo del Motomondiale.
«Sono un ragazzino, altro che un trentasettenne. E questo ritorno in Ducati c’entra eccome. Torno a correre per un team italiano, con una moto italiana, e affronto una nuova avventura. Un’altra scommessa, e ci terrei davvero a vincerla. La Ducati è un bel pezzo della mia storia. Ci ho vinto, ci sono cresciuto insieme in MotoGP. E la 800 ho iniziato a svilupparla nel 2007, la conosco. Io ci credo, in questa occasione. Ho ancora qualcosa da dimostrare, prima di andare in pensione...»
Destini paralleli. Accanto a sè, troverà Toni Elias che, come fece lui negli anni Novanta, dopo una stagione negativa nella classe regina ha deciso, un anno fa, di “declassarsi” in Moto2. Come Capirex nel ‘98, anche lo spagnolo ha vinto la sua sfida. E ora torna in MotoGP da campione del mondo.

GP DISPUTATI
1 CAPIROSSI 313

VITTORIE

1 Agostini 122
2 Rossi 105
3 Nieto 90
4 Hailwood 76
5. Doohan 54
6. Read 52
21. CAPIROSSI 29

SUL PODIO
1 Rossi 173
2 Agostini 159
3 Nieto 139
4 Read 121
5 Hailwood 112
6 Biaggi 111
7. CAPIROSSI 99

POLE POSITION (dal 74)
1 Rossi 59
2 Doohan 58
3 Biaggi 55
4. Martinez 42
5. Lorenzo 42
6. CAPIROSSI 41

TITOLI MONDIALI
1 Agostini 15
2 Nieto 13
3 Hailwood 9
3 Ubbiali 9
3 Rossi 9
6 Read 7
6 Surtees 7
8 Duke 6
8 Redman 6
10 Doohan 5
10 Mang 5
12 Anderson 4
12 Ballington 4
12 Biaggi 4
12 Dorflinger 4
12 Lawson 4
12 Martinez 4
12 W. Villa 4
19 CAPIROSSI 3

IL GREEN TEAM CHE NON DIMENTICA L’AMBIENTE

Non hanno scelto il biancoverde per caso. E non c’entra soltanto il paesaggio intorno (la scuderia ha sede a Casole d’Elsa, borgo dolcemente appoggiato su una collina della Montagnola senese). Quelli del Pramac Racing Team ci tengono, al messaggio. E i colori li hanno cambiati apposta, diventando “The Green Energy team” e sposando con entusiasmo l’idea di fare qualcosa, non soltanto a parole, per l’ambiente. Di qui la scelta di utilizzare all’interno dei circuiti, sulle proprie strutture, prodotti in grado di diminuire la produzione di energia inquinante, oltre a quella di organizzare una serie di iniziative legate alla salvaguardia del pianeta.
Del resto, il team guidato da Paolo Campinoti, che ha come direttore tecnico Fabiano Sterlacchini, in nove anni di vita è sempre stato in anticipo sui tempi. Nato nel 2002, è il primo team a intuire il potenziale dei pneumatici Bridgestone e a creare un sodalizio duraturo con la casa giapponese. Nel 2004 è ancora all’avanguardia, lanciando la “moda” dei piloti... separati in casa dalla scelta delle gomme: Michelin per Max Biaggi, Bridgestone per Makoto Tamada. E dopo la svolta del 2005, anno in cui nasce il rapporto della scuderia con Ducati, arrivano altri... primati. Nel 2008 il team “Made in Italy” conquista il podio a Brno e Misano, e diventa l’unico team satellite a portare per ben due volte un suo pilota tra i primi tre durante la stagione. Il miglior anno, fin qui. è stato il 2004, con Biaggi terzo e Tamada sesto nella classifica del mondiale MotoGP.
Ora Campinoti ha scelto l’esperienza di Capirossi, per entrare insieme al veterano dei circuiti nel decimo anno di attività della sua scuderia. «Loris è un’icona del Motomondiale, e sono contento che abbia scelto di essere dei nostri. Non è stata una trattativa complicata, perché abbiamo lo stesso obiettivo: tornare a lottare per risultati importanti e piazzamenti di vertice. A lui manca un solo piazzamento per festeggiare il centesimo podio in carriera. Spero davvero che un giorno si possa dire che lo ha raggiunto insieme a noi. E conoscendo la sua caparbietà, credo che succederà davvero».
m.tar.

L'Informazione di Bologna, 4 novembre 2010

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