lunedì 17 maggio 2010

Silenzi e incertezze. Ma il futuro va pensato adesso


Cagliari-Bologna 1-1

Finisce così. Sole tiepido, quel tanto di maestrale che rende piacevoli le domeniche di maggio, odori di Sardegna. E una partita di calcio che è l’ultimo dei pensieri, con due squadre che si fronteggiano non avendo più nulla da chiedere a questa stagione. Potrebbe essere un giorno di festa, non fosse che da queste parti ci si interroga, da tempo, sul come si è arrivati al traguardo. E quel come non piace alla gente, perché non dà emozioni nè stimoli. È arrivata la protesta, prima di Cagliari. L’ennesimo strappo tra una proprietà che si guarda intorno per trovare forze nuove a cui passare la mano, e una tifoseria che alla seconda salvezza agguantata a fine corsa, con soltanto un paio di mesi di risultati a effetto e intorno tanta monotonia, è passata dalla noia alla rabbia. Ai “zero tituli”, da queste parti, ormai ci si è abituati da quasi mezzo secolo. “Zero emozioni”, fa sapere il popolo rossoblù, è davvero troppo.
Finisce così, e in realtà è solo l’inizio. E il tempo dirà che estate ci aspetta. Se un remake di quelle passate, fatte di incertezza, di silenzi, di rincorse per agguantare parametri zero sul mercato, di costruzioni provvisorie. O se qualcosa è destinato a muoversi, possibilmente a breve. Era questa, dopo la salvezza raggiunta, la sensazione di Franco Colomba. Presto si farà chiarezza. È, ovviamente, anche la speranza di tutti. Ma per il momento si infrange contro le voci di trattative avviate e smorzate in partenza, contro nomi che passano e vanno (Tesoro, Spinelli, Squinzi e avanti il prossimo), qualcuno appoggiato su basi fondate, qualcun altro probabilmente sognato, dalla gente e magari pure dai Menarini.
Intanto, le certezze sono poche. Che questo gruppo è destinato a perdere pezzi, prima di tutto: già ieri, appena dopo la doccia, Adailton e Pisanu hanno recitato la loro lettera di commiato. Altri li imiteranno, tanti - se non si affronta in fretta il domani - saluteranno con affetto, ma senza voltarsi indietro due volte. Altra certezza: Colomba. Lui l’ha vinta, la sua battaglia, prendendo in mano una squadra allo sbando e senza futuro e facendola diventare, al di là del gioco e degli episodi del campo, un gruppo vero, in grado di restare aggrappato con le unghie alla A. Ricordiamolo: non era affatto una certezza, quando è venuto a fare il profeta in patria. Ma neanche lui, in questo contesto, può godersela a fondo.
La prima settimana senza campionato inizia con la proprietà deferita per le sue frequentazioni moggiane; con Luca Baraldi ancora in ufficio ma con una ridotta operatività, e probabilmente una valigia pronta sotto il letto; con i viaggi del Geometra a Milano. Questo è il presente, e non piace al popolo rossoblù. Urge un futuro diverso. Da subito.

L'Informazione di Bologna, 17 maggio 2010

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