mercoledì 11 agosto 2010

Colomba: "Questa sfida mi affascina"



di Marco Tarozzi

Franco Colomba, Sestola non è Andalo: stavolta la squadra c’è, anche se non è completa.
«Sì, stiamo arrivando. C’è un’ossatura, una forma precisa. Del resto, le trattative non si fanno in quattro e quattr’otto, ci vuole pazienza, costanza, tenacia. La società ha lavorato e sta lavorando molto bene. Non saremo proprio tutti, all’inizio di questa seconda fase di ritiro, ma nel giro di poco tempo tutte le caselle saranno riempite».
È già il Bologna dei giovani, come si è visto a Ravenna contro il Napoli. Il che significa?
«Che dei giovani avrà il carattere: voglia di imporsi, di arrivare, volontà e naturalmente gamba. Sta a noi, ora, tirar fuori il meglio da ognuno di loro. I ragazzi hanno pregi e difetti, noi proviamo a esaltare i pregi».
La squadra che si è salvata all’ultimo guizzo nella passata stagione aveva ben altra età. Per lei è un bel cambio di prospettiva.
«Io sono abituato a lavorare con quello che ho a disposizione. E la regola, in fondo, è quella: se hai giocatori maturi che ti danno garanzie per raggiungere un obiettivo, dai loro fiducia. Se hai ragazzi di talento, li getti nella mischia. La nuova proprietà ha fatto scelte precise, invertendo la tendenza. E io sono contento di lavorare con un gruppo che può costruirsi un futuro».
Sposa in pieno la politica di Porcedda.
«Sì, e l’avventura mi affascina. Non vedo l’ora di cominciare».
Meglio così. Smetteranno di pensare che lavorare coi giovani non la convince del tutto.
«Io su questa faccenda avrei qualcosa da obiettare, sinceramente. Nella mia carriera ho allenato in diverse situazioni, diciamo pure che le ho provate tutte. Ma di ragazzi che sono partiti con me e hanno fatto strada ce ne sono parecchi. A Salerno, per dire, avevo Grassadonia e Iuliano».
A Reggio Calabria, Pirlo e Baronio insieme...
«Mica solo loro. Vogliamo aggiungere Possanzini, Kallon, Cirillo, Cozza, Morabito, Bogdani, Vicari e... mi fermo. Semmai aggiungo Floro Flores e Bocchetti, a Napoli. E anche nella scorsa stagione non mi sono tirato indietro, se ricordate».
Ha creduto in Casarini.
«Ha avuto le sue possibilità e ha scalzato gente di trentadue, trentatrè anni».
Insomma, qual è la ricetta?
«Semplicissima. Se un ragazzo è bravo gioca, se non lo è aspetterà il suo turno. Se è maturo va in campo, se non lo è dovrà crescere ancora, mentalmente e tecnicamente. Tutto qui».
A far gruppo ci penseranno gli anziani rimasti. Ce ne sono ancora.
«Di Vaio, Viviano, Buscé, Portanova. Lo stesso Britos ormai è quasi un veterano. E Moras? Visto come ha tenuto insieme la difesa, contro il Napoli, dando consigli fondamentali ai nostri Primavera?»
Ha già idee precise sul modulo da proporre?
«Quando il cerchio sarà definitivamente chiuso vedremo, ragioneremo di quel che c’è. Per ora parto dal 4-4-2, che conosciamo già. Ma non mi cristallizzo, perché le mie valutazioni partono sempre dalla base umana, più ancora che da quella tecnica. Io sono convinto che siano i giocatori a esaltare il modulo, non il contrario».
A centrocampo arriva Ramirez, arriverà Perez. Doveste chiudere anche per Matic, gli spazi per Mudingayi si ridurrebbero.
«Non so cosa succederà, di qui alla fine delle operazioni di mercato. Ma a un allenatore i buoni giocatori fanno comodo. È ovvio che non possono andare in campo tutti, ma danno garanzie».
Perez è un gran bel colpo.
«È un giocatore di grande esperienza, abbiamo visto dove è arrivato al Mondiale con l’Uruguay. Uno così può sistemare molte cose».
Ramirez dovrà andare a fare un’ultima apparizione con la maglia del Penarol a Madrid, contro il Real. Contrariato?
«Non è che la cosa sposti più di tanto i miei progetti. Noi siamo partiti con un po’ di ritardo, qualche contrattempo è nella norma. Prendo atto di questa situazione, ma abbiamo fatto senza fin qui e sapremo aspettarlo».
L’attacco, sinceramente, così com’è sembra leggerino.
«Valuteremo a vista. Oggi abbiamo Di Vaio, Bernacci, Meggiorini, Gimenez, Paponi. Strada facendo faremo le nostre verifiche, oggi questi sono i nostri attaccanti».
L’idea è che su Almeyda la società si stia ancora muovendo.
«Le idee per l’attacco erano e sono tante. Non tutti gli affari possono andare in porto immediatamente, qualche frenata ci sta. Ma già così, non mi sento scoperto».
Come si sente, invece?
«Bene. Soddisfatto, in sintonia con questo cambio di ritmo. Pronto a fare la mia parte per aiutare questo Bologna giovane a crescere. In fretta, possibilmente».

L'Informazione di Bologna, 11 agosto 2010

m.tarozzi@linformazione.com

Nessun commento:

Posta un commento