martedì 10 agosto 2010

Lardo: "La mia Virtus cresce bene"




di Marco Tarozzi

Lino Lardo, partiamo da Beppe Poeta. Che significa il suo arrivo?
«È un innesto importante, ha caricato l’ambiente. Mettiamo in squadra una persona con valori veri, un bello spot per la pallacanestro. Tecnicamente non si discute, due anni fa è stato il miglior play del campionato, ed ha un entusiasmo coinvolgente. In più è un italiano, e noi stiamo cercando di costruire una squadra sempre più italiana. Insomma, si adatta perfettamente al progetto Virtus a cui stiamo lavorando» .
Eppure, l’ha detto lei, non era il primo dei suoi pensieri.
«Vero. C’era l’interessamento di altre squadre, c’era un budget che mi sembrava fuori portata, per quella che è la nostra linea societaria. Ma alla fine credo ne sia uscito un accordo
favorevole per tutti. Sabatini ha fatto un grande sforzo, e ha dimostrato di avere le idee chiare sulle questioni di mercato. E anche per il giocatore Bologna è un
approdo importante».
L’ha già sentito, ovviamente.
«Sì, ed è pieno d’entusiasmo. Ha una carica coinvolgente».
Ora come pensa di inserire Koponen nel nuovo assetto?
«Petteri l’anno scorso ha dimostrato di essere la vera “combo guard” moderna. La sua crescita è stata significativa. Può giocare da 2, come gli è congeniale, e da 1. Avere questi due giocatori mi faciliterà le cose, questo è sicuro».
Par di capire che non ci sia fretta di riempire la casella dell’esterno extracomunitario. Però se arriva tardi, magari da un college, dovrà inserirsi in un gruppo già rodato.
«Questa cosiddetta pazienza ci favorirà, il tempo è dalla nostra parte. Oggi io ho una squadra, e l’innesto di un altro esterno si può valutare con calma. E se il gruppo lo costruiamo bene, l’inserimento non potrà essere un problema. Dovremo essere bravi a valutare il mercato, senza fretta. L’operazione Poeta ci permette di tirare il fiato».
Jared Homan è un marcantonio che dovrebbe spostare parecchio, in difesa.
«Credo proprio di sì. A livello di marcatura sui pivot dovrebbe tenere l’uno contro uno, permettendoci di andare meno in aiuto, come eravamo costretti spesso a fare la scorsa stagione.È uno che dà presenza, rimbalzi, che intimorisce l’avver sario».
Il motto più sentito in questi giorni è “squadra giovane e frizzante”. Cosa c’è dietro le parole?
«Come media siamo la più giovane squadra del campionato. Ci vorrà pazienza, ma la fame e l’entusiasmo sono assicurati. Se qualcuno di questi ragazzi venisse in Virtus senza quelli, avremmo sbagliato qualcosa. Ma sulla passione io conto a prescindere, la chiedo ai ragazzi e ai più anziani. Abbiamo un nucleo formato da Koponen, Sanikidze, Moraschini da cui ripartire. Penso a una pallacanestro veloce, bella, divertente. Ma penso anche a una squadra: devo trasmettere ai miei giocatori il concetto di gruppo, perché è quello che vince, alla fine».
Sabatini le ha lanciato un messaggio: “non vorrei che fossimo ancora i penultimi in quanto a punti segnati”, ha detto.
«Io e Claudio ci confrontiamo spesso, anche allegramente. La prima cosa che mi chiede se gli propongo un giocatore è se sa segnare da tre... Discutiamo, a volte scherzando ed altre seriamente. Ma io capovolgo la questione e dico che l’anno scorso siamo stati la seconda miglior difesa del campionato. E con un pizzico di fortuna in più, e non voglio parlare degli infortuni, saremmo qui a parlare di un secondo posto».
Non abiura, insomma…
«Dico di più: oggi, con una squadra del genere, l’aspetto difensivo è ancora più importante. Conoscete il mio motto: difendere forte per attaccare meglio».
Blizzard sarà il sesto esterno. Dietro anche a Moraschini. Significa che gli cercherete una sistemazione altrove?
«A oggi la squadra è quella che conoscete. È chiaro che la nostra intenzione è quella di dare maggior spazio a Moraschini, rispetto alla passata stagione. Contiamo molto su di lui, sulla sua voglia di sfruttare l’opportunità. Blizzard viene da un lungo periodo di inattività, dovremo valutarne le condizioni. Sì, a oggi
è il sesto esterno, ma fa parte della squadra e noi tuteliamo i nostri giocatori».
Laboratorio Lituania. Che ne dice?
«Dico che già il progetto Ozzano è importante. Acquistando una società di A dilettanti, Sabatini ha dato un bel messaggio a chi vuole guardare oltre. L’altro discorso è più complesso: io sono stato a Las Vegas, Faraoni a Vilnius. Bisogna essere presenti alle manifestazioni importanti, muoversi su tutti i fronti. Così si possono allacciare collaborazioni. Negli States quella V sulla mia maglia attirava gli agenti. Venivano a cercarmi, e questo significa che il nome Virtus è una garanzia in Europa e nel mondo intero».
Nuove regole: quanto rivoluzioneranno il sistema di gioco?
«La palla è ferma e questo è il tempo delle sentenze. Mi sembra quando, a metà degli anni Ottanta, misero la linea dei tre punti e il ferro sganciabile. Io giocavo a Forlì, anche un tiratore come me ci guadagnò. È stato un momento importante di evoluzione, questo sì. Ma a dire come stanno le cose sarà il campo. Non credo che mezzo metro cambi molto, per gli esterni. Forse ci saranno spazi più ampi dentro l’area, più difficoltà con gli aiuti, e per uno come me che dà importanza al gioco in pivot basso è una buona notizia. Se lì sotto hai un giocatore pericoloso, hai più possibilità di scelta».
Lei ce l’ha.
«Amoroso nell’ultima stagione è davvero migliorato. Homan ha caratteristiche diverse, fisico e stazza, ma certamente se la giocherà. Li vedo bene, dentro il gioco che ho in mente».
Presto per parlare di valori in campo?
«Sulla carta ci sono squadre con fisionomie precise. Montegranaro ha scelto tre americani ottimi. Milano si muove bene, Roma si muoverà. L’incognita? Siena. Saprà essere vincente come prima, da subito, dopo quello che ha cambiato?»
La Virtus, in tutto questo?
«A me piace molto. Quando a maggio Sabatini mi propose di puntare sui giovani, gli ricordai che Bologna è anche una piazza che chiede il risultato. Lo so, sono razionale, che devo farci? Ma strada facendo ho visto crescere bene questo progetto. È coraggioso, e per questo abbiamo bisogno di avere vicino i nostri tifosi. Ma se ci crediamo tutti insieme, andremo lontano».

L'Informazione di Bologna, 3 agosto 2010

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