lunedì 2 agosto 2010

Il ragazzo che insegue l'Europa



di Marco Tarozzi

Marco Orsi, gli Europei di Budapest sono alle porte. Si avvertono già, nella testa?
«Eccome. Sono ancora in collegiale a Roma, perché la mia prima gara sarà il 9 agosto. Ma ci sono già immerso fino al collo. E l’emozione cresce».
La condizione anche?
«Sì, direi che siamo a buon punto. Dagli Italiani giovanili di Roma ho avuto buone risposte. Ho nuotato i 100 stile in 49.54, pensavo di stare poco sotto i cinquanta secondi».
Ha fatto di più, quel giorno: Pippo Magnini, che ha vinto il titolo tra i “grandi”, ha nuotato più lento di lei: 49.77.
«Lo so. È una soddisfazione scoprirsi all’altezza di un campione come lui, almeno in un’occasione».
Le cito un titolo del Messaggero del 27 luglio, uscito pochi giorni dopo i tricolori: “Orsi è il vero erede di Magnini”.
«Bello. Lo ritaglio e lo metto nell’album dei ricordi migliori. Confesso che mi piace l’idea di essere considerato così importante per il nuoto azzurro. Ma allo stesso tempo conosco la realtà. State tranquilli, Filippo non ha affatto abdicato, ci vorrà ancora tempo prima che eventualmente si realizzi il passaggio di consegne. E dico di più: sta lavorando per agguantare un podio nei 100, e lo vedo molto bene, in gran forma».
Nel frattempo, con lui ormai si allena quasi quotidianamente.
«Roma è diventata la mia seconda casa. Un po’ per via dei collegiali, un po’ perché sono tesserato per le Fiamme Oro. È stato bello entrare nel gruppo, trovarsi a tu per tu con questi campioni. Sinceramente, io non pensavo che sarei arrivato a questi livelli. Sono cresciuto con gradualità, senza colpi ad effetto. Però sono qui, e ci sto bene».
Come è stato trovarsi accanto a “quelli dell’Acquacetosa”?
«Bello, grazie a loro. Mi hanno aiutato, mi sono sentito subito accettato. È tutta gente che non se la tira, le loro medaglie e il loro essere campioni non te li sbattono in faccia. Sono amici, ci si diverte insieme fuori dall’acqua».
A proposito di stelle: un giorno dello scorso dicembre lei ne ha oscurata un’altra, e bella grande.
«Già, ho battuto Phelps. È stato a Manchester, a “Duel in the Pool”, una kermesse che metteva di fronte una rappresentativa americana e una europea. Bel ricordo, ma diciamola tutta: l’ho affrontato in una gara che non era la sua...»
Sensazioni?
«Lì per lì, nessuna in particolare. Ci ho pensato dopo, a freddo. Non avrei mai creduto di lasciarmelo alle spalle. Comunque vada, un giorno potrò dire: io una volta ho battuto Phelps...»
Che obiettivi si è dato per questi Europei?
«Cercherò di infilarmi in finale, possibilmente sia nei 50 che nei 100 stile. Nei 50 sono settimo nelle liste europee stagionali, staremo a vedere. Poi, mi piacerebbe contribuire a una medaglia dell’Italia nella 4x100. Sulla carta è fattibile: abbiamo davanti Francia e Russia, ma i margini di miglioramento ci sono. Ce la giocheremo con loro, stando attenti che nessuno ci attacchi alle spalle».
Favoriti delle gare individuali?
«I soliti francesi. Dico Bernard, Bousquet, e questo gigante diciottenne, Yannick Agnel. L’avete visto: è alto due metri, fa paura...».
Ha risolto la questione delle distanze? Diceva che non si può restare a vita specialisti dei 50...
«Infatti ho lavorato molto sulla doppia distanza, e la velocità è migliorata. Mi sento più versatile. Del resto, non potevo avere problemi ad allungare, con un tecnico come Fabio Cuzzani».
Perché sa come prenderla?
«Prima di tutto perché davvero un grande allenatore, e voglio che sappia che anche se qualche volta discutiamo un po’ non potevo trovarne uno migliore. Poi perché lui allena anche Martina Grimaldi sulle distanze lunghe. Se sa come far entrare nella testa l’idea di fare 25 chilometri, figurarsi quanto ci mette a inculcare il concetto di percorrere cento metri. Lui sì, che è davvero versatile».
Già, la Grimaldi. Si vedrebbe mai a nuotare per chilometri e chilometri?
«Per carità, è roba sua... Però è stata brava, eh? La migliore di tutti. E ha portato a casa un titolo mondiale. Spero che non sia appagata, che faccia il bis a questi Europei».
Il presidente Uisp, Casadio, dice che la cosa più bella nei successi di Orsi, Grimaldi e Sgarzi è il percorso che hanno fatto. Atleti-persone, prima che atleti-macchine. È d’accordo?
«È così. Ho iniziato nella piscina di Budrio, la mia città. Per imparare a nuotare. Nessuno mi ha messo pressioni, per arrivare a questi livelli. Mi sono sempre sentito in famiglia».

MARCO ORSI è nato a Budrio l’11 dicembre 1990. Cresciuto al Circolo Nuoto Uisp, oggi ha il doppio tesseramento (oltre che con la società bolognese, con il team militare delle Fiamme Oro). È allenato da Fabio Cuzzani, che è anche il tecnico di Martina Grimaldi.detiene i primati dei 50 stile in vasca lunga (21.82) e corta (20.93, e ha vinto i titoli italiani assoluti nei 50 stile ai Primaverili 2009 e Invernali 2009, nell’ultimo caso doppiando anche col titolo dei 100 stile. Si è messo in luce col 4° posto nella 4x100 agli EuroJunior del 2007. Nel 2008 ha vinto il Mondiale Junior nella 4x100. Argento nella 4x100 e bronzo nei 100 agli Eurojunior 2008, bronzo agli Europei in vasca corta nella 4x50 un anno fa. Sempre nel 2009 ha conquistato il quinto posto nella 4x100 ai Mondiali (nuotando la sua frazione in 47.91). I suoi personali: 21.82 nei 50 metri, 48.78 nei 100.

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