lunedì 13 settembre 2010

Partenza in salita, ma la classifica è piena di bugie

di Marco Tarozzi

Lazio-Bologna 3-1

La prima di Malesani sulla panca rossoblù porta zero punti, una manciata di dubbi, qualche esile certezza a cui aggrapparsi e le dichiarazioni del presidente Porcedda, che esorcizza il presente proiettandosi nel futuro. Scelta strategica o no, l’arrocco funziona: non si può sparare su chi ragiona di progetto a medio-lungo termine, se prima si è pianto perché il calcio moderno non ha più pazienza.
Resta da capire quello che ha detto il campo, ben sapendo che non si tratta di risposte definitive. Che sia un campionato in via d’assestamento lo dice, immediatamente, la classifica: Chievo solo al comando, Cesena all’inseguimento dopo aver fermato la Roma e bastonato il Milan, neopromosse più vive delle corazzate. E il Bologna, a quota 1, in compagnia di Juve, Fiorentina, Roma, Palermo, squadre partite con ben altre ambizioni. Non può durare, non è questo il vero volto della stagione che ci aspetta.
E dovrà assestarsi, e trovare punti di riferimento, anche il Bologna che Malesani ha proposto con una difesa a tre che ha capitolato proprio nel momento in cui si è davvero comportata da difesa a tre. Prima, soprattutto in quel primo tempo chiuso con zero tiri azzardati verso la porta di Muslera, a proteggere lo 0-0 c’era mezza squadra. Quando il Bologna ha provato davvero a imporre il proprio gioco, è andato sotto. E in fretta: uno-due della Lazio in sei minuti.
Tirando le somme: un primo tempo da dimenticare, e diciamo pure qualcosa di più; diciamo un’ora buona di calcio indigeribile e di manovra inesistente. E venti minuti, gli ultimi, di sperimentazione pura, tutta tesa a recuperare quel punto volato via: un 4-2-4 figlio della necessità e dell’emergenza, ma paradossalmente il momento di miglior calcio proposto dai rossoblù. Dentro quel finale di partita, le cose buone da salvare: la voglia di Malesani di lasciare un’impronta su questa squadra, la grinta del gruppo che in effetti è rientrato in partita (prima del 3-1 finale, il 2-2 mancato da Paponi), la vivacità di Siligardi, entrato subito nel vivo del match. Se questo è l’inizio, meglio astenersi dalle bocciature definitive: ma è un fatto che Gimenez ha perso un’altra occasione di mostrarsi giocatore “da primo minuto”, è un fatto che Di Vaio non può spendere i suoi 34 anni andando in cerca di palloni a metà campo. È un fatto che si parte subito in salita, ma il tempo per rimediare non manca.

L'Informazione di Bologna, 12 settembre 2010

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